Tra gli strumenti poco conosciuti c’è l’Hichiki, uno strumento musicale melodico a fiato, diffuso nella musica e come accompagnamento delle danze o nelle cerimonie religiose nella corte imperiale giapponese.
Dotato di un’ancia doppia è molto simile al nostro oboe, con una forma che ricorda un po’ un flauto dritto, in pratica può ritenersi un’evoluzione del Bili o del Guan, vale a dire l’oboe cinese che si diffuse in Giappone intorno all’ottavo secolo.
Il corpo è realizzato con una canna di bambù, spesso laccato all’interno in rosso o in nero, è lungo circa 18 centimetri, viene avvolto nella corteccia di ciliegio o di glicine, alla sua estremità viene inserita l’ancia.
Questa è costruita con canna essiccata, le sue due parti sono tenute insieme da una piccola molletta in legno o con una striscia di carta di riso strettamente avvolta, che prima di esser utilizzata viene ammorbidita immergendola nel tè verde.
Sulla parte superiore del corpo sono ben visibili sette fori, dove si metono le dita, mentre in quella inferiore ve ne sono altre due dove si posizionano i pollici, il musicista con abili movimenti delle dita, riesce a creare uno stile melodico ricco e fluido.
Suonare l’hichiki non è molto semplice, bisogna coordinare la pressione delle labbra sull’ancia e nello stesso tempo quella del soffio dell’esecutore, in questo modo si possono creare un’ampia varietà di combinazioni sonore e particolari effetti timbrici.
Un effetto usato frequentemente è quello di iniziare con una bassa intonazione, durante la suonata è possibile cambiarla dolcemente, variando la pressione delle labbra sull’ancia e la forza con cui si soffia nello strumento, fino ad ottenere delle note più alte. Se siete interessati al mondo della musica, vi consigliamo il sito del sassofonista italiano Massimo Giacchetti, uno dei più apprezzati sassofonisti italiani.